Virologi le nuove star della Tv
Chissà se un domani ripensando a questo terribile momento, riusciremo a prendere le distanze dagli avvenimenti che si sono verificati e a valutare la valanga di informazioni, più o meno corrette, che ci hanno rovesciato addosso.
Termini come Coronavirus, pandemia, respirazione forzata, recettori, sono diventati di uso comune.
Ogni giorno in modo quasi rituale, nei vari notiziari televisivi, un virologo a scelta, quasi un novello profeta, ipotizza e prevede il nostro futuro. Il virus è nato in laboratorio, no è soltanto una mutazione naturale o ancora, sono stati i cinesi, gli americani, ecc. potremo uscire a maggio, a settembre, non usciremo più.
Le teorie più o meno strampalate e complottiste si sprecano, svilendo il significato di quella che inizialmente era la figura rasserenante, che forte delle sue conoscenze, tentava di spiegarci i meccanismi che avevano causato la pandemia.
Ma come spesso accade, da figura professionale si è scaduti nel fenomeno televisivo.
Noi italiani siamo abituati a queste mode, abbiamo avuto i politologi, gli chef, i tronisti, ma non avremmo mai pensato al virologo come figura emblematica. E come sempre accade, inizialmente venivano intervistati personaggi di calibro internazionale, poi via via che le varie emittenti volevano lo scienziato di riferimento, sono arrivati a raschiare il fondo del barile.
Addirittura due di loro, hanno combattuto a colpi di tweet per difendere il loro prestigio e scadendo nelle offese personali, trattando la virologia non come una scienza ma come un’opinione personale.
Ognuno ha il diritto di esprimere le proprie convinzioni, ma con rigore scientifico e univocità di pensiero, a prescindere dal mezzo di diffusione scelto.
Articolo originale pubblicato su L’Espresso.