Dieta alcalina, che cos’è e perché è una bufala
Ciò che mangiamo può influenzare l’equilibrio acido-base dell’organismo, ma non ci sono evidenze scientifiche che uno schema alimentare basico metta al riparo da sovrappeso e malattie.
Sono molte le diete dettate dalle mode. Da qualche anno a questa parte si parla di diete alcaline: regimi alimentari che promettono non solo di far perdere peso, ma di prevenire e “curare” molte malattie. E di rallentare persino il processo di invecchiamento. Sembra l’elisir di lunga vita. Ma lo è davvero?
Premesso che tutto si basa sul fatto, reale, che ciò che mangiamo può in qualche modo influenzare l’equilibrio acido-base dell’organismo, dobbiamo davvero credere che questo sia un altro arbitro della nostra salute? Perché una dieta alcalina (cioè basica, i due termini sono la stessa cosa) farebbe perdere peso, mantenendoci sani? Non solo, non sarà che anche questa volta, la “novità” non è altro che un modo diverso per raccontare una storia vecchia? Quando scopriamo che i cibi “buoni” sono le verdure e quelli “cattivi” sono la carne e i latticini, non stiamo ripetendo quello che già sappiamo?
Come (non funziona) la dieta alcalina
È curioso notare che gli alimenti che compongono la nostra dieta sono quasi tutti acidi e che i cibi alcalini sono in netta minoranza. Il pH del nostro sangue è leggermente basico, compreso tra 7,35 e 7,45. I sostenitori della dieta alcalina affermano che l’alimentazione dovrebbe rispettare tale valore.
Ma è praticamente impossibile stabilire l’effetto cumulativo dei cibi una volta cucinati e digeriti (insieme a quello di tutti i fattori ambientali e al fumo di sigaretta). Non solo, mancano ancora dei solidi dati scientifici su come uno schema alimentare di questo genere possa mettere al riparo dal sovrappeso e dalle malattie. Molti dei cibi con un pH basso, una volta digeriti, producono in realtà sostanze basiche, cioè con un pH molto più elevato.
Cosa significa mangiare in maniera meno acida
Generalizzando, si può dire che la frutta e i vegetali danno luogo ad alcali, mentre la carne, molti cereali e i prodotti caseari ad acidi. In una persona sana, questo non rappresenta un problema: il nostro organismo possiede infatti una serie di efficienti quanto complessi “sistemi tampone”, basati principalmente sulla respirazione e sulla funzione renale.
In questo quadro, limitare i cibi acidificanti in favore di quelli alcalinizzanti vuol dire essenzialmente mangiare meno proteine animali (in particolare carne rossa e formaggi) e meno zuccheri raffinati, per riempire la tavola di verdura e frutta, con il loro apporto di vitamine, sali minerali, fibre e antiossidanti.
Mangiare in maniera “meno acida” significa anche rinunciare alle bevande gasate e ai superalcolici, fare grande uso di spezie, compresi aglio e cipolla, al posto del sale, ricorrere all’olio di oliva extravergine, alla frutta secca con guscio e al tè verde. Insomma, alcuni dei precetti della dieta alcalina ben si sposano con quelli della dieta mediterranea.
Articolo di Nicola Sorrentino pubblicato su la Repubblica Salute il 28 febbraio 2023.