Cucinare al microonde fa male alla salute?
Sono ormai passati poco più di 50 anni da quando il primo forno a microonde fu messo in commercio, e in questo lasso di tempo, la sua diffusione nelle cucine europee è aumentato in modo esponenziale. Il motivo più evidente è la sua versatilità.
Inizialmente concepito per il solo e “semplice” scongelamento, grazie anche al notevole progresso tecnologico, il suo corretto utilizzo permette di mediare tra l’esigenza di una cucina sana e saporita e la scarsità di tempo di una società dai ritmi sempre più convulsi e fin troppo dedita al lavoro.
Purtroppo su questo elettrodomestico, scusate il gioco di parole, ne sono state dette di “cotte e crude”. Alcuni affermano che la cottura a microonde provocherebbe una perdita di nutrienti superiore a quella causata da altri metodi di cottura definiti come “tradizionali”.
Inoltre alcune correnti di pensiero sostengono che le microonde comporterebbero alterazioni molecolari responsabili di un maggior rischio di malattie tumorali. Di fatto, non esistono vere e proprie conferme scientifiche a queste affermazioni. Al contrario, alcune basilari considerazioni di chimica, che sono poi alla base dell’utilizzo delle microonde, portano a contestare facilmente le affermazioni precedenti.
Senza considerare che a tali alterazioni non vengono contrapposte quelle dei sistemi di cottura più conosciuti (frittura, stufatura, cottura alla griglia o con barbecue, ecc.). Si assiste così ad un esagerato allarmismo, più il frutto di un generale scetticismo nei confronti di questo elettrodomestico, che di una provata realtà.
La cottura è sicuramente un trattamento importante di trasformazione dell’alimento, di cui si modifica sia la qualità sensoriale che quella nutrizionale.
Alcuni alimenti non necessitano di cottura, mentre per altri è una processazione indispensabile, senza la quale cioè alcuni prodotti non si presterebbero al consumo sia in termini di appetibilità, sia di digeribilità, sia di sicurezza igienica.
Esistono anche effetti negativi procurati dalla cottura (per esempio la formazione di sostanze nocive, la dispersione o la distruzione di nutrienti come le vitamine), dovuti essenzialmente alla normale azione del calore sull’alimento e quindi propria di tutte le modalità di cottura.
Ogni metodo deve essere valutato, per i suoi pregi e per i suoi difetti.
La cottura a microonde è rapida ed efficace e ben si presta a soddisfare quei criteri di leggerezza (povertà di grassi) e di salubrità. La perdita di vitamine non è sicuramente superiore a quella degli altri metodi e i sali minerali non vanno incontro a dispersione in nessun mezzo di cottura.
Insomma i pregi sembrano essere molti, soprattutto considerando che gli alimenti mantengono pressoché inalterati i sapori e gli aromi.