Il cioccolato è ottenuto dalla mescolanza di cacao, zucchero e burro di cacao, ai quali si possono aggiungere latte, miele, frutta secca (nocciole, mandorle eccetera), creme di frutta, sostanze aromatiche.
La sua qualità dipende soprattutto dalle percentuali di cacao e dalla varietà del chicco, dalla sua provenienza geografica, dal tipo di coltivazione, di lavorazione e di trasformazione alle quali è sottoposto per ottenere il prodotto finito.
Il cioccolato fondente sembra essere il migliore, perché i flavonoidi (composti polifenolici con proprietà antiossidanti) in esso presenti a contatto con il latte, per esempio, perdono parte della loro azione. Contiene poche proteine, molti grassi ed è ricco di zuccheri.
Molto alta la percentuale di magnesio, quasi come nella soia. E sono buone anche le percentuali di potassio, fosforo, ferro e calcio, quest’ultimo però non assimilabile; poche le vitamine del gruppo B e solo alcune tracce di vitamina A.
Nel cioccolato vi sono poi diverse sostanze stimolanti quali la caffeina, la teobromina, la feniletilanina, ma la presenza di queste sostanze eccitanti non crea dipendenza.
È presente anche l’anandamide, una sostanza con effetti simili alla marijuana: mangiare cioccolato non è però come fumare uno spinello, per ottenere gli stessi effetti dovremmo ingerirne quantità spropositate.
Alcuni ricercatori hanno paragonato le proprietà nutrizionali del cioccolato a quelle della frutta e della verdura attribuendogli, addirittura, un potere antitumorale grazie alla presenza di determinati antiossidanti.
In merito non esistono lavori scientifici che lo provino, anche se un gruppo di ricercatori dell’Università di Melbourne, dopo uno studio durato 10 anni su circa 2.000 pazienti ipertesi, ha dimostrato che il consumo moderato giornaliero di cioccolato fondente ha un effetto preventivo di tipo cardiovascolare nella sindrome metabolica, tenendo sotto controllo pressione arteriosa e colesterolo.
Forse è un errore pensare di mangiare cioccolato a scopo curativo, ma di certo non è sbagliato consumarlo perché piace.