Aglio, sesamo e liquirizia. Fake news sul coronavirus
In un recente post sul coronavirus ho spiegato che il cibo (in quel caso, quello servito nei ristoranti cinesi) non poteva essere causa di infezione. Oggi, che il problema non riguarda più solo la Cina ma direttamente anche noi, mi premuro di ricordarvi che il cibo non può neanche essere la cura.
Tra le prime bufale alimentari circolate online, quella che mangiare aglio previene l’infezione e che utilizzare l’olio di sesamo impedisce al virus di entrare nel corpo. Indicati come utili per prevenire il contagio anche collutorio, acqua e sale.
L’Organizzazione mondiale della sanità ha prontamente smentito queste notizie attraverso i suoi canali social. Non è vero, dicono, che l’aglio aiuta a prevenire l’infezione. L’olio di sesamo non è in grado di uccidere il coronavirus.
Ci sono alcuni disinfettanti, spiega l’Oms, che possono distruggere il virus, ma si usano solo per sanitizzare le superfici: spalmarseli sul corpo o sotto il naso, oltre a essere una pratica pericolosa, non ostacolerebbe una potenziale infezione da parte del virus.
Un dibattito “alimentare” simile è scoppiato in questi giorni anche su Instagram, dove alcuni cibi – nello specifico liquirizia, zenzero, aglio e cipolla – sono stati proposti agli utenti come squadra “antivirale”. Ma la parole sono importanti: per quanto questi alimenti inseriti in una dieta e uno stile di vita sani possano contribuire al mantenimento di un sistema immunitario forte, questo non significa che mangiarli da soli o inserirli all’improvviso nell’alimentazione quotidiana faccia da scudo.
Un’alimentazione corretta può aiutare a contrastare una malattia e a reagire meglio ad una cura, ma non può essere “terapia” da sola. Non cerchiamo soluzioni semplici a problemi complessi. Però cercate di mangiare bene, sempre, e lavatevi le mani prima e dopo averlo fatto. Ma questo valeva anche prima.
Articolo originale pubblicato su L’Espresso.